Un brusco risveglio da una vita di aperitivi, di cene gourmet tra amici e di buoni sentimenti, dovuto allo scoppio improvviso di una guerra mondiale. Il protagonista, Raffaele, ex militante di estrema sinistra ormai disimpegnato, viene svegliato dalla moglie Lena nel mezzo di ha un incubo fantascientifico.
Seguono le prime ore e giorni concitati: una forte mobilitazione pacifista viene stroncata nel sangue e la vita del protagonista ne è sconvolta. Il gruppo di amici si divide tra chi gli resta vicino e chi, avendo ormai accettato la guerra, mostra insofferenza nei suoi confronti.
La prima parte del romanzo è contrassegnata dalla descrizione della quotidianità e della sua rottura nella Milano contemporanea. Il protagonista, ripresa a fatica la sua vita routinaria di impiegato, viene avvicinato da una sconosciuta, che si presenta come compagna di militanza della moglie e insiste perché fugga immediatamente. La misteriosa organizzazione politica della quale fa parte, e di cui la donna dice facesse parte Lena, ha già organizzato tutto. Raffaele accetta.
Nella seconda parte Raffaele viene inviato prima in Islanda e poi a Cuba per essere addestrato da un gruppo che si presenta come Resistenza Internazionale. La vicenda inizia a intrecciarsi con un’altra storia, che si sviluppa nei primi anni Novanta, quando un giovane laureato in economia, rispondendo a un’inserzione, finisce a Cuba e viene reclutato da alcuni misteriosi personaggi. Il continuo intreccio tra le due storie deve creare nel lettore un senso di spaesamento e di perdita dei punti di riferimento.
Raffaele, dopo l’addestramento, viene trasportato in Namibia, dove troverà ad accoglierlo una sorta di suo doppio, un personaggio suo omonimo e per molti versi a lui complementare. Si tratta del ragazzo approdato a Cuba nei primi anni Novanta. I due, dovendo condividere un lungo viaggio in auto, avranno modo di affrontare riflessioni sugli ultimi anni e di discutere di vari argomenti. Il secondo Raffaele, spesso debordante, è una miniera di spunti, provocazioni, sfottò, ma è anche il dirigente politico incaricato a rivelargli per quale azione è stato addestrato: l’esecuzione di un plutocrate produttore di armi. Il finale onirico, aperto, lascia la guerra sullo sfondo, così come lo è stata per tutto il romanzo.
Si tratta di un romanzo generazionale che si sviluppa alternando vari registri. La descrizione, quasi etnologica, di alcuni ambienti milanesi ha accenti satirici. La guerra e le sue cause scatenanti sono indagate con inserti quasi saggistici, anche se la mia scelta è stata di non seguire l’andamento del conflitto, che resta incombente sullo sfondo.. La struttura del romanzo d’avventura è spesso interrotta dalla descrizione dei sogni del protagonista. Le descrizioni della Cuba dei primi anni Novanta si fondano su studi approfonditi che effettuato sul campo tra il 1994 e il 1996 grazie a una borsa di studio dell’Università di Milano. Il continuo rimescolarsi dei riferimenti temporali e geografici, i sogni del protagonista, le discussioni che si sviluppano in ambienti pressoché disabitati hanno un effetto volutamente straniante.
Il romanzo si rivolge anzitutto a chi ha vissuto la fine di una stagione di politicizzazione di massa, le ultime occupazioni delle università, le ultime grandi manifestazioni, e poi si è ritrovato in un altro mondo. Anche quest’altro mondo sembra oggi volgere al termine, e in molti percepiscono, e spesso rimuovono, ombre minacciose, come quelle di un conflitto generalizzato. Il romanzo, però, si rivolge anche ai molti che hanno avuto modo di viaggiare, al di fuori dei villaggi turistici, in paesi dell’America Latina, e che vi ritroveranno il clima e anche dei riferimenti più puntuali a una situazione molto specifica, e ben poco nota, come quella del periodo especial cubano a metà anni Novanta. Più in generale, credo che possa essere letto con piacere e con interesse da chi cerchi spunti di riflessione sul presente e sul passato prossimo.